La notizia è di quelle che fanno scalpore. Il Ministro Spadafora ha proposto all’interno di una più ampia riforma dello sport anche la modifica del Vincolo Sportivo.
Il Ministro Spadafora sembra intenzionato a riformare il settore dello sport, e questo si sapeva, e di modificare la tanto discussa normativa che regola il Vincolo Sportivo, e questo invece non si sapeva. Viene definito Vincolo Sportivo il rapporto, per molti immorale, che lega giuridicamente un ragazzo, un giovane giocatore ad una associazione sportiva. Secondo questo rapporto il tesserato è obbligato a svolgere attività sportiva solo con la società sportiva con la quale è stato stipulato l’accordo.
Il Ministro Vincenzo Spadafora vorrebbe portare all’attenzione e al voto del Parlamento entro la fine di Agosto la riforma dello sport che contiene anche le importanti modifiche alla disciplina del Vincolo Sportivo di cui vi abbiamo parlato poco sopra. La Riforma dello Sport è quindi in cima alle preoccupazioni del Ministro ma, rumors provenienti dai palazzi romani, ci dicono che i tempi potrebbero allungarsi fino a ottobre / novembre.
Il Vincolo Sportivo allo stato attuale obbliga i tesserati che abbiano compiuto 16 anni (tra i quattordici e i sedici anni non sono possibili accordi pluriennali tra ragazzi e società sportive) a svolgere attività sportiva agonistica fino ai 25 solo con la società con la quale si era scelto di legarsi a 16anni.
La bozza che, secondo i nostri consulenti, sarebbe sul tavolo del Governo è indirizzata ad un forte ridimensionamento del vincolo sportivo. I ragazzi rimarrebbero legati, cosi come oggi, fino al compimento del diciottesimo anno di età. Una volta diventato maggiorenne, se passasse la riforma dello Sport del Ministro Spadafora, il ragazzo tesserato con una società sportiva sarebbe totalmente libero di scegliere dove giocare. I parametri federali da applicare a prestiti e cessioni saranno di conseguenza notevolmente più bassi rispetto ad ora.
Cosa succederà una volta modificato il vincolo sportivo?
Per i ragazzi sarà sicuramente un vantaggio. A riforma conclusa infatti potranno gestire con maggiore autonomia e libertà la loro attività sportiva.
Per le società sportive invece, il rischio è quello di veder svalutare il proprio parco giocatori delle giovanili, e conseguentemente di limitare l’impegno nei settori giovanili. Perché investire soldi e tempo nelle giovanili se a 18 anni i ragazzi potrebbero essere liberi di andare a giocare per una grande squadra senza che la società di origine ci guadagni neppure un euro? É questa la domanda che in tante asd si stanno ponendo nelle ultime ore.