La riforma del terzo settore fa nascere numerosi problemi e discussioni, in tanti non hanno ancora compreso l’importanza del RUNTS e tanti non hanno ancora adeguato il proprio statuto o non hanno ancora preso una decisione a riguardo.
Mancata iscrizione al RUNTS: tra ritardi e falsi convincimenti, quali sono le conseguenze di una mancata iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.
Il termine entro il quale gli Enti del Terzo Settore devono prendere una decisione e adeguare i propri statuti iscrivendosi al RUNTS è stato più volta modificato ma ora è fissato al 31 maggio 2021, una data alla quale in tanti non sono ancora pronti.
Iscrizione al RUNTS: procedure e modalità.
La procedura di iscrizione al RUNTS per le associazione non segue un unico copione. Le APS e le ODV già iscritte presso i registri territoriali ad esempio l’iscrizione al RUNTS sarà un semplice passaggio automatico, mentre le ONLUS che NON sono ancora iscritte nei registri delle APS o ODV, dovranno seguire una serie di passaggi e di obblighi burocratici.
Cosa succede se un ente non si adegua alla riforma del terzo settore e rifiuta di iscriversi al RUNTS?
A differenza di APS e ODV, il passaggio delle ONLUS all’interno del RUNTS non è una procedura automatica, I rumors che arrivano dai palazzi romani parlano di una fase transitoria specifica per le ONLUS che alla data del 31 maggio non si saranno ancora iscritte, un lasso di tempo che dovrà necessariamente essere utilizzato per adeguarsi alla riforma del terzo settore per svolgere e portare a termine tutte le diverse pendenze burocratiche per accedere al RUNTS oppure per prepararsi ad affrontare le perdita della qualifica di ONLUS e le gravi conseguenze dell’estraneità al terzo settore.
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Quali sono le conseguenze della mancata al RUNTS?
Non iscriversi al RUNTS comporta come prima conseguenza la perdita della qualifica fiscale e di ogni semplificazione fiscale e tributaria a essa connessa. La perdita della qualifica fiscale di ONLUS porta a una conseguenza ancor più impattante, quella attinente all’obbligo di devoluzione del patrimonio dell’ente.
Con la circolare 59/E del 31 ottobre 2007 l’Agenzia delle entrate ha evidenziato come “nell’ipotesi in cui l’ente, pur perdendo la qualifica di Onlus, non intenda sciogliersi, ma voglia continuare ad operare come ente privo della medesima qualifica, lo stesso è tenuto a devolvere il patrimonio, secondo i criteri indicati dall’art. 10, comma 1, lett. f, del D.lgs. 460/97, limitatamente all’incremento patrimoniale realizzato nei periodi di imposta in cui l’ente aveva fruito della qualifica di Onlus”.
Una ONLUS che decide di restare al di fuori del terzo settore può decidere di optare per lo scioglimento; continuare la propria attività come ente non commerciale di tipo associativo non ETS.
Nel primo caso però dovrà devolvere il proprio patrimonio, previa acquisizione del parere del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in luogo della soppressa Agenzia per le ONLUS.
Un ‘associazione culturale, il cui bilancio si aggira sui 3000-4000 euro annui e che usa le quote sociali per spese vive per organizzare le proprie attività e per premi e riconoscimenti per concorsi artistici e letterari deve iscriversi al RUNTS? . Che cosa rischia se non lo fa?
Buongiorno Raffaele. Il grande “problema” della mancata iscrizione al RUTNS è quello di non poter godere di tutte le agevolazioni previste dal nuovo codice del terzo settore. La materia però meriterebbe una consulenza personalizzata, per questo La invitiamo a contattare uno dei nostri consulenti e a richiedere subito una consulenza. RICHIEDI UNA CONSULENZA QUI –> https://tinyurl.com/45vtx552