”La capacità che il volontariato italiano ha dimostrato è il risultato di un’azione costante, condotta da decenni dagli Enti del Terzo Settore”
Care volontarie e cari volontari,
la giornata a voi dedicata vede quest’anno la nostra Repubblica affrontare l’emergenza epidemiologica in atto. Uso non a caso il termine Repubblica perché in essa i padri costituenti hanno voluto racchiudere tutte le componenti della nostra comunità, non solo le istituzioni pubbliche ma anche le tante realtà del pluralismo sociale, come fattore fondamentale della società. Proprio in questi mesi, abbiamo potuto toccare con mano quanto sia stato importante, per superare i momenti più difficili dell’emergenza, la partecipazione dei diversi attori della società civile, tra i quali spicca il Terzo settore. Gli ETS hanno difatti profuso uno sforzo importante nella fase di contenimento, principalmente nel settore socio-sanitario e nella protezione civile. Il ruolo delle organizzazioni del Terzo settore sarà altrettanto importante nel post-emergenza, in quanto esse rappresentano un enorme patrimonio, in termini di capitale umano e sociale, il cui apporto, a partire dal livello locale, sarà essenziale nell’impegnativa fase di ripresa del Paese.
La capacità che il volontariato italiano ha messo in campo in questo periodo, in termini di prossimità ai bisogni delle persone, di resilienza, di reattività all’improvviso mutamento del contesto esterno, non nasce oggi, ma è il risultato di un’azione costante portata avanti dagli ETS da decenni, di radicamento sul territorio, di animazione dello stesso, di diffusione della cultura del volontariato, di interazione tra i diversi ETS, di dialogo con le istituzioni.
L’emergenza sanitaria ha colpito la nostra naturale vocazione alla socialità: a fronte dell’isolamento a cui gli individui sono stati sottoposti, il volontariato ha saputo mantenere sempre in vita la rete di relazioni umane. Per questo, a voi va il mio più grande ringraziamento. Riecheggiano oggi nella loro viva attualità le parole usate dai giudici costituzionali nel 1992 quando, chiamati a pronunciarsi sulla legittimità di alcune norme contenute nella legge n. 266/1991, affermarono che “il volontariato rappresenta l’espressione più immediata della primigenia vocazione sociale dell’uomo, derivante dall’originaria identificazione del singolo con le formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità e dal conseguente vincolo di appartenenza attiva che lega l’individuo alla comunità degli uomini. Esso è, in altre parole, la più diretta realizzazione del principio di solidarietà sociale, per il quale la persona è chiamata ad agire non per calcolo utilitaristico o per imposizione di un’autorità, ma per libera e spontanea espressione della profonda socialità che caratterizza la persona stessa”.
Il secondo aspetto è quello della collaborazione: una delle lezioni che possiamo trarre dall’emergenza è la necessità che si affermi sul territorio l’effettiva attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale, facendo leva sugli strumenti messi a disposizione dal codice (coprogrammazione e coprogettazione). Al perseguimento dell’interesse generale sono chiamati a concorrere anche gli ETS, secondo un rapporto collaborativo con la pubblica amministrazione, incentrato sulla convergenza di obiettivi e sull’aggregazione di risorse pubbliche e private. Tali strumenti collaborativi possono essere particolarmente fruttuosi, in quanto possono consentire una più completa rilevazione dei bisogni della comunità e la formulazione delle risposte di intervento più appropriate, frutto del contributo dei diversi attori coinvolti (pubbliche amministrazioni e Terzo settore), oltre a riuscire a mobilitare una più ampia massa di risorse finanziarie, materiali e immateriali messe a disposizione sia da parte della PA sia degli ETS.
Al contempo, costante è stata l’attenzione al sostegno finanziario verso gli ETS: il fondo per il sostegno alle attività di interesse generale è stato incrementato di 100 milioni di euro con il decreto rilancio (ed il provvedimento amministrativo di ammissione al contributo degli enti a rilevanza nazionale è attualmente all’esame degli organi di controllo).
Con il decreto Ristori-bis è stato istituito un fondo ad hoc di 70 milioni di euro per l’anno 2021 e contiamo di acquisire sin dal prossimo gennaio l’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni sul decreto che fissa i criteri di ripartizione. Inoltre, entro la fine dell’anno sarà adottato il provvedimento di approvazione della graduatoria dei progetti ammessi al finanziamento a valere sulle risorse ordinarie del fondo per gli ETS.
Il volontariato è al centro della riforma del Terzo settore, il cui percorso attuativo ha fatto registrare significativi progressi durante quest’anno. Voglio ricordare innanzitutto l’adozione della modulistica dei bilanci degli ETS; il DPCM del 23 luglio 2020 sul cinque per mille, frutto di un lavoro coordinato tra il mio Ministero ed il MEF; da ultimo, il decreto del 15 settembre 2020 sul funzionamento del Registro unico nazionale del Terzo settore. Il Registro costituirà lo strumento capace di assicurare da un lato l’uniforme applicazione del Codice su tutto il territorio nazionale e, dall’altro, la piena conoscibilità a tutti i cittadini in via telematica degli atti e delle informazioni più salienti degli ETS. Tale conoscibilità risponde ad un duplice fine: assicurare, grazie al sistema di trasparenza delle informazioni, un controllo diffuso sugli ETS e, contemporaneamente, permettere l’assunzione di scelte più consapevoli da parte dei cittadini (a partire dai propri comportamenti donativi). Il Registro unico sarà operativo a partire da aprile 2021 e partirà con la massiccia operazione di trasferimento dei dati dagli esistenti registri dell’associazionismo di promozione sociale e del volontariato, per proseguire, in un secondo stadio, con l’ingresso degli enti attualmente iscritti all’anagrafe delle ONLUS. Al contempo, l’operatività del registro permetterà l’ingresso nel perimetro del Terzo settore di nuove realtà organizzative introdotte dal Codice, quali le reti associative e gli enti filantropici.
Su un altro provvedimento particolarmente atteso, il regolamento sulle attività diverse, è stato acquisito il parere definitivo del Consiglio di Stato.
È doveroso evidenziare come i risultati sopra riportati siano il frutto di una metodologia di lavoro portata avanti con costanza da parte del mio Ministero, basata sulla collaborazione istituzionale con le altre amministrazioni (a partire dal livello regionale che riveste un ruolo attivo nella governance del nuovo sistema di registrazione degli ETS) e sul dialogo sociale con le rappresentanze del Terzo settore. Tale metodo richiede capacità di ascolto verso gli interlocutori e un maggior tempo nella sintesi dei diversi contributi forniti da questi ultimi, ma si rivela per altro verso capace di portare risultati fecondi in termini di qualità dei provvedimenti finali.
In conclusione, rivolgo a tutti i partecipanti un forte incoraggiamento a proseguire nella loro generosa dedizione in favore del bene comune, potendo contare, anche per il futuro, sul costante impegno del mio Ministero a favorire il consolidamento delle condizioni giuridiche e amministrative affinché il volontariato italiano possa liberamente accrescere la sua capacità di generare cambiamenti nella nostra comunità, nella direzione della sua crescita sociale, economica e culturale.