Il Registro unico del Terzo settore partirà, salvo proroghe, probabilmente il 21 aprile. A partire da questa data infatti comincerà la trasmigrazione obbligatoria di ben 27.000 associazioni di promozione sociale (Aps) e di circa 36.000 organizzazioni di volontariato che dai registri regionali e delle Province autonome dovranno obbligatoriamente iscriversi al nuovo Runts,
L’obbligo di iscrizione però non riguarderà solo APS e ODV. Normative alla mano sono oltre 359mila gli enti non profit che potrebbero iscriversi nel Registro unico, un esercito di enti che secondo l’ISTAT impiegano circa 850 mila dipendenti e muovono un “esercito” di più di cinque milioni di volontari.
Il Registro unico del Terzo settore partirà, salvo proroghe, probabilmente il 21 aprile. A partire da questa data infatti comincerà la trasmigrazione obbligatoria di ben 359mila gli enti non profit
Riforma del Terzo Settore in dirittura d’arrivo!
La riforma del terzo settore e il registro unico del terzo settore dovrebbero trovare compimento entro questo primavera. Cinque anni, tanti anni sono stati necessari per la creazione di un unico registro nazionale, pubblico e telematico, che sostituirà una miriade di registri nazionali e locali delle organizzazioni non profit.
“Si sta lavorando per rispettare la scadenza del 21 aprile – affermano da UnionCamere – come data di inizio del popolamento del Runts. Ci sono da definire alcuni aspetti formali, come la scelta fra tre modelli grafici del Registro, ma la piattaforma è sostanzialmente pronta».
Una corsa che sta coinvolgendo anche le regioni che stanno, proprio in queste ore, completando la formazione giuridica e informatica dei funzionari regionali che si occuperanno del Registro unico – dichiara Alessandro Cappuccio, coordinatore tecnico della commissione politiche sociali della Conferenza Stato-Regioni
“Siamo stati informati che la data prevista per il debutto della fase sperimentale di popolamento del Registro Unico del terzo Settore è il 21 aprile” in questa giornata scadono infatti sei mesi dalla pubblicazione sulla «Gazzetta ufficiale» del decreto che ha disciplinato il Registro unico del Terzo settore (decreto del ministero del Lavoro del 15 settembre 2020, pubblicato sulla «Gazzetta» del 21 ottobre 2020). Sei mesi dal decreto era appunto il lasso di tempo “concesso” alle Regioni dal Codice del Terzo settore per allinearsi sulle regole di iscrizione e di cancellazione degli enti in vista della partenza del Registro unico.
Cosa devono fare le regioni per adeguarsi al registro nazionale del terzo settore?
“Le Regioni dovranno caricare sul nuovo portale un’enorme mole di dati – continua Alessandro Cappuccio, a partire dagli statuti degli enti del Terzo settore. Bisognerà quindi verificare sia il formato dei documenti disponibili, sia il loro aggiornamento. Sarà un lavoro impegnativo, soprattutto per le Regioni che hanno un numero elevato di organizzazioni non profit, come ad esempio la Lombardia, il Lazio, il Veneto».